Performance Psychodrama (April 2008, Brera Academy)
Nella performance Psychodrama, tenutesi all'Accademia di Brera nel maggio 2008, Guenzi analizza il processo della disgregazione dell'io e della formazione del delirio. La performance, che assume la valenza di uno psicodramma, è la rappresentazione di un'esperienza traumatica rivissuta per mezzo di oggetti ad alto contenuto simbolico.
Guenzi entra in una grande stanza, illuminata per mezzo di un faretto, strisciando. Egli porta sulle spalle una sedia, pesante come un macigno. Si toglie la sedia di dosso, la alza con fatica e la posa con delicatezza. Trova uno specchio per terra e ne è irrimediabilmente attratto. Ci si guarda attentamente. Poi si dirige con sicurezza verso un lungo drappo rosso che giace per terra e riempie gran parte dello spazio. Vi si infila sotto e ne esce indossando un mantello nero e una maschera. Si sente forte e gira intorno alla stanza respirando profondamente. La figura è inquietante, come l'ombra che la segue.
Performance Psychodrama (Continua..)
A questo punto l'artista si lega meglio il mantello, in modo da sembrare un super eroe, e sale sulla sedia. Le sue braccia si muovono come quelle di un uccello, che appena uscito dal nido cerca di volare. Gli sembra di arrivare al sole, ma ad un certo punto ne è accecato. Cade dalla sedia a peso morto e sviene. Pian piano si risveglia e come si accorge della sua situazione emette un urlo. E' senza maschera. Comincia a scappare ma la sua ombra lo segue. Impugna lo specchio per difendersi, sentendosi circondato.
Ad un certo punto la sua attenzione cade sulla maschera che giace per terra. La raccoglie e la indossa. Prende lo specchio e si studia attentamente. Posa lo specchio, si sfila con delicatezza la maschera e il mantello; si dirige verso la sedia, l'afferra e la scaraventa violentemente contro il muro. Decide allora di ritirarsi sotto il drappo rosso e lì scoppia in un pianto a dirotto. Tutto poi lentamente si quieta. Guenzi esce dal drappo, si mette in piedi fissando il pubblico: dalla commozione spunta un abbozzo di sorriso.
Performance Pòlites o Idiòtes (21 maggio 2011, Triennale di Milano)
Nella performance Pòlites o Idiòtes, tenutasi nel maggio 2011 presso la Triennale di Milano, Guenzi esplora il concetto di "identità collettiva", e cioè della necessità di ogni individuo di essere consapevole del suo ruolo all'interno della società. Il "cittadino", per essere considerato tale, non deve pensare soltanto ai propri interessi privati (idiòtes), ma deve partecipare in maniera attiva alla vita pubblica (pòlites). La performance si inserisce in un particolare contesto della vita pubblica del paese, e cioè appena prima dell'elezione di Giuliano Pisapia a nuovo sindaco della città, che aveva basato la sua campagna elettorale sul rinnovamento e sulla partecipazione diretta dei cittadini alle scelte di amministrazione locale attraverso alcuni referendum, e in un momento il dibattito politico a livello nazionale non si occupava dei temi fondamentali per lo sviluppo del paese, ma degli scandali personali dell'allora capo del governo Berlusconi.
Performance Pòlites o Idiòtes (Continua..)
Nella performance Guenzi esce da una cassa in legno sulla cui cima è posta una struttura a molle di metallo ai cui estemi vi sono numerose maschere, che si muovono seguendo il vento. L'artista, ha i piedi nudi, è vestito completamente di bianco ed ha sul capo, sia davanti che dietro, una pila di maschere che ricordano Giano Bifronte. Nell'ambiente vengono diffuse una serie di domande con effetto eco. Le domande sono provocatorie e si contrappongono a un modus vivendi edonista ed egoistico che è sostenuto dai mass media e dalla pubblicità, che antepone il piacere alla relazione e gli interessi personali al senso di responsabilità verso il prossimo e la comunità.
Ad ogni domanda l'artista si avvicina ad una persona diversa del pubblico, le porge uno specchio nel quale questa può vedere la sua immagine; infine si sfila una maschera dal volto e gliela fa indossare: piano piano tutte le persone presenti arrivano a portare una maschera.
L'ultima domanda che rieccheggia è: "Ti tieni o getti la maschera?". Guenzi si toglie l'ultima maschera e rimane a viso scoperto. Prende un sacco di terra e se lo riversa addosso, imbrattando il suo vestito. Il pubblico ora è costretto a fare una scelta di campo: seguire l'esempio e gettare la maschera, oppure portarsela a casa.