Crescita (2003)
La tela bianca era grande da affrontare. Così cominciai a dipingere aree di colore che a volte si scontravano come il sole allo specchio e a volte si fondevano come questo al tramonto. Una volta il colore sulla tela, ho cercato di interpretare le sue chiazze, facendole divenire vere e proprie forme, intrecciate tra di loro come le dita. Il problema è che solo io le capivo. E allora ho tirato fuori la linea per comunicare. La linea, completamente bidimensionale; mentre il colore porta nelle tre dimensioni. Questo contrasto, penso, sia magico, perché ci porta a vedere le figure del quadro come se fossero in divenire, in un processo che mi ricorda la crescita. Non è un caso che da semplici ammassi cromatici siano venuti fuori simboli per me significativi, legati al mio sviluppo, come il lupo, l'uccello piumato, l'occhio che ti scruta, la sofferenza umana, il pesce che guizza libero nel mare.